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L’autostrada che nessuno vuole

Si registra la dura reazione del Comitato “Difendiamo le Nostre Valli-No alla Bretella Borghetto-Carcare-Predosa”, dopo le recenti prese di posizione di Marco Scajola – Assessore Regionale e Angelo Berlangieri – Presidente dell”Unione Industriali di Savona, che insistono per la realizzazione della “bretella”.
Il Comitato, costituito da più di mille cittadini, e che ha seguito dal 2012 gli sviluppi di questo devastante progetto ( 33 km. di gallerie e 15 km. di viadotti che dovrebbero attraversare le fragili valli nei territori di otto Comuni a monte della costa), ha reso pubblica una lettera inviata poche settimane fa ai Sindaci interessati e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Nella missiva si prende innanzi tutto in considerazione quanto avvenuto il 26 luglio scorso presso la Provincia di Savona, nell’ambito del convegno dal titolo “Passaggio a Nord-Ovest” che aveva per oggetto l’esame del discusso progetto“bretella”.
I responsabili del Comitato avevano seguito con attenzione tutti gli autorevoli interventi ( Presidenti di Regione, Provincia, esperti di trasporti e rappresentanti del mondo industriale savonese) a partire da quello del tecnico progettista.
A conclusione dell’incontro è rimasta la sensazione che nonostante le dichiarazioni dei partecipanti favorevoli ad uno sviluppo turistico rispettoso dell’ambiente, questo aspetto sia rimasto marginale.
A questo punto il Comitato vuole ricordare come nei dieci anni passati abbia lavorato per diffondere tutte le possibili informazioni relative alla programmata infrostruttura (consultabili sul sito internet dell’associazione) compresa la consulenza di un esperto del settore “infrastrutture viarie”.
Paventare oggi un rischio di paralisi, solo perché negli ultimi decenni non si è ammodernata la rete autostradale e soprattutto ferroviaria della Liguria, non giustifica devastanti interventi che stravolgerebbero per sempre l’aspetto paesaggistico e geomorfologico di valli già da tempo in situazione di grave dissesto idrogeologico (gli ultimi disastri a Rialto nel 2019 lo dimostrano).
Il Comitato ha deciso quindi di sollecitare nuovamente i Sindaci degli otto Comuni del territorio Finalese affinchè ribadiscano la presa di posizione fermamente contraria già espressa negli anni scorsi, con pareri unanimi, nei rispettivi Consigli Comunali, dalle forze politiche di tutti gli schieramenti (le singole Delibere sono consultabili sul sito dell’associazione).
I Verdi savonesi ribadiscono quanto già detto in passato circa la crisi del sistema trasporti nel ponente, elencano gli investimenti necessari (garantiti dai fondi europei PNRR) capaci di riequilibrare una situazione avviata decisamene al collasso: raddoppi ferroviari Genova-Ventimiglia (in sede con tutti i sottopassi e sovrappassi necessari per eliminare i pericolosi passaggi a livello), la Savona-Altare, la nuova linea da Altare a Ceva, il ripristino della linea Savona-Alessandria, il completamento dell’Aurelia-bis, il potenziamenti della S.S. 334 del Sassello e della 490 del Melogno. La “cura del ferro” è una priorità assoluta, auspicata da tutti coloro che lavorano per il rispetto del“Trattato di Parigi” nel contrasto ai cambiamenti climatici.

Inoltre, progetti così invasivi non possono essere “calati dall’alto”con provvedimenti burocratici, ma devono fin dall’inizio rispettare precise procedure democratiche, senza le quali le opere non potranno comunque essere realizzate (dibattito pubblico, ecc.)
All’uscita del primo, unico progetto, consegnato alle Amministrazioni Comunali interessate all’opera, dopo una attenta analisi tecnica (geologica, economico finanziaria), è stato redatto uno studio specifico che dimostra l’inutilità e i danni di questa “bretella”:
Il Prof. Willi Husler (Docente universitario e noto esperto di trasporti internazionali) ha dimostrato in una articolata relazione ( sempre consultabile nel sito) come tale opera non possa in alcun modo risolvere i problemi della viabilità del ponente ligure ed ha analizzato la pericolosità oggettiva di singoli tratti: a Rialto il viadotto di 450 metri dovrebbe attraversare il Rio Pora ad una altezza di 86 metri con un impatto acustico, estetico, di gas di scarico e polveri inaccettabile per i residenti e per un turismo orientato alla
tranquillità e alla qualità ambientale.
Per essere ancora più precisi il progetto della “bretella” si sviluppa su un percorso di 47,9 km. (33 km. di gallerie gemelle, ovvero 66 km. di gallerie a due corsie da costruire) un’ opera che raggiunge e supera quelli alpini, con investimenti e costi di servizio e di manutenzione enormi. La somma della lunghezza complessiva delle gallerie supera più di cinque volte la galleria a due corsie del traforo del Monte Bianco con i suoi 11.3 km. .
Stiamo parlando, dunque, di un’opera di dimensioni gigantesche del costo di circa
4 miliardi di euro per risparmiare, a calcoli fatti, solo13.4 km di strada.
A questo punto ci sono tutti i motivi per dire un chiaro “no” alla “bretella” visto il grave danno che tale opera arrecherebbe al settore economico-sociale, a quello agricolo-forestale e alla salute pubblica, unitamente a un impoverimento dell’offerta turistica.
Per questo il Comitato “Difendiamo le Nostre Valli” chiede giustamente ai Sindaci dei Comuni di Rialto, Pietra Ligure, Giustenice, Tovo San Giacomo, Magliolo, Calice Ligure, Orco Feglino e Finale Ligure, di ribadire quanto già espresso democraticamente nei rispettivi Consigli Comunali.