i lupi e la biodiversità

L’eliminazione non è una soluzione etica né valida

Secondo i dati Ispra tra il 2020 e il 2021 la popolazione di lupi che viveva sul territorio nazionale non superava i 3400 esemplari.

Nella regione alpina il numero di esemplari non raggiungeva le 1000 unità, distribuite in netta prevalenza sulle Alpi centro occidentali (680 lupi), mentre sulle Alpi centro orientali i lupi erano appena 266. E’ lungo la dorsale appenninica che si concentrava la parte più consistente della popolazione, con 2386 animali.

Una situazione ben lontana da quelle descritte già 3 anni fa e ora, con nuovi toni accesi e bellici, dall’attuale Ministro dell’Agricoltura, il quale recentemente avrebbe suggerito un intervento sulla legge a tutela dei grandi carnivori. Ulteriore preoccupazione, come nei casi degli orsi e dei cinghiali, risiede nel fatto che, ancora una volta, ad alimentare la paura siano proprio i rappresentanti di territori in cui la popolazione di questi animali è meno presente.

Nel 2019 la popolazione di lupi in Liguria si aggirava sui 150 capi, senza tenere in considerazione eventuali esemplari erratici. Una situazione decisamente non fuori controllo eppure già da molti evidenziata come problematica. Oggi, a seguito di episodi come quello di Toirano, i toni si sono nuovamente inaspriti e l’onorevole Francesco Bruzzone della Lega Salvini non si è fatto attendere.

Asserendo che la tempestività dell’intervento da lui proposto sia ispirato unicamente da sinceri sentimenti volti alla tutela degli stessi cittadini e dei nostri cari amici cani, l’onorevole da qualche settimana ha incentrato la propria comunicazione, con tanto di manifesti, su un unico tema: la necessaria eliminazione del lupo.

Diverse e pericolose le affermazioni dell’onorevole nel corso delle ultime interviste rilasciate <Non esistono più le condizioni per la convivenza con il lupo> e ancora <Siamo alla sudditanza del lupo>. L’onorevole Bruzzone sostiene (senza alcun dato a supporto, visto l’ultimo censimento risale al 2021) che la popolazione di questi animali stia raggiungendo uno stato di esasperazione e che, conseguentemente, sia urgente l’attuazione di un piano per il ridimensionamento della stessa. 

Gli ultimi casi di predazione di questi giorni vedono il coinvolgimento di cani appunto, ma la narrazione da parti di chi riconosce nel lupo unicamente un nemico da abbattere generalmente cerca un primo riscontro in specifiche categorie, di allevatori e agricoli.

A questi ultimi desideriamo appellarci a nostra volta ricordando ed indicando le disposizioni previste dal regolamento regionale del 4 aprile 2016 n.2 come ad un solido punto di partenza su cui investire e da cui muovere i prossimi passi.

Tale regolamento infatti si riferisce al funzionamento del Fondo per la prevenzione e il risarcimento dei danni arrecati alla produzione agricola dalla fauna selvatica. Prevede un’entità di contributi tra il 60 e l’80% dei costi di acquisto delle opere di prevenzione indicate per tali casistiche, tra cui pastori elettrici, recinzioni metalliche e altri materiali.

Ci teniamo a ricordare che tra il 2008 e il 2014 siano stati rilevati 21 lupi morti di cui la principale causa è risultata essere il bracconaggio, pari al 57% di casi di morte dovuti ad armi da fuoco o avvelenamento (dati Life WolfAlps EU). Anche tra il 2020 e il 2021 su 9 morti una era stata ricollegata ad azioni di bracconaggio.

Davvero l’eliminazione rappresenta l’unica opzione a disposizione per il raggiungimento di un equilibrato rapporto di convivenza tra l’uomo e il regno animale?

A distanza di appena pochi mesi, dallo scorso gennaio 2024, in cui si guardava alla ricomparsa del lupo come a un trionfo della biodiversità, oggi la narrazione è precipitosamente mutata in una direzione completamente opposta. Com’è stato possibile?

La prevenzione e l’ideazione di una rete di fondi volti a supportare concretamente e con costanza le categorie più a contatto con le zone frequentate dai lupi rappresentano di fatto le uniche strategie valide per rendere possibile la convivenza con una specie necessaria ed imprescindibile per la salvaguardia della biodiversità ed un’ecosistema in salute.