COP 27 a Sharm el Sheikh

Dal 6 al 18 novembre si terrà la COP27 sul clima a Sharm el Sheikh e molti contestano la sede poiché l’Egitto è tra le nazioni meno libere di tutto il mondo e non ha fatto nulla per migliorare la situazione nonostante questo importante appuntamento.
La scrittrice canadese Naomi Klein sul quotidiano ‘Guardian’ ha denunciato l’appuntamento più importante del mondo dichiarando: ‘Gli ambientalisti non dovrebbero stare al gioco di Al-Sisi. Lo spettacolo messo su è un’operazione di greenwashing applicato a uno Stato di polizia‘. Greenwashing, ovvero la tecnica di mostrare verde ed ecosostenibile qualcosa, mentre si nasconde la vera natura, solitamente inquinante, di chi lo ha prodotto. Così anche 36 Ong (Organizzazioni non governative) giudicano il tutto con preoccupazione, anche se il governo ha promesso una struttura adiacente alla sede della conferenza, dove gli attivisti avrebbero potuto svolgere le loro proteste in una delle giornate dei negoziati. Anche Greta Thunberg, che ha invocato il rilascio dei prigionieri politici, ha condiviso la petizione che chiede l’apertura di uno spazio civico dove dibattere la situazione dei diritti civili, alla Cop 27 di Sharmel Sheikh. Una curiosità: anche Re Carlo III d’Inghilterra noto ambientalista non parteciperà alla COP 27; lo scorso anno a Glasgow pronunciò il discorso d’apertura alla COP 26, ora gli viene impedita la partecipazione su consiglio della ex premier Liz Truss. Chissà che con il nuovo premier Rishi Sunak l’idea non si cambi idea.
Ma vediamo che obiettivi si avranno alla COP27 e cosa si proporrà. La presidenza egiziana ha fissato 4 obiettivi: 1) Mitigazione: attuazione del patto di Glasgow, ambizione riveduta sugli NDC (Nationally Determined Contributions)-promesse fatte dai governi di tutto il mondo- 2) Adattamento: progressi in merito all’obiettivo globale sull’adattamento, adattamento posto in primo piano nell’azione globale 3) Finanziamento: seguito degli impegni esistenti, progressi nella mobilitazione dei 100 miliardi di USD annuali 4) Collaborazione: tra governi, settore privato e società civile.
Innanzi tutto dovranno essere aggiornati gli impegni presi a Glasgow sulla riduzione delle emissioni di OC2. Poi i Paesi più ricchi dovrebbero deliberare il fondo da 100 miliardi di dollari in sostegno delle nazioni in via di sviluppo. La transizione verso una economia più verde e rispettosa del clima ha bisogno di finanziamenti pubblici e privati, quindi la risposta a questo punto è fondamentale. Una risposta si deve dare anche all’Africa, che è il continente che più di altri subisce le conseguenze del cambiamento climatico, che per mettersi al pari degli altri non intende abbandonare i combustibili fossili.
Altro argomento divenuto attuale con la guerra in Ucraina è l’aumento dei costi energetici. Qui la risposta più evidente è la scelta delle energie rinnovabili e il loro finanziamento…in questo filone si inserisce anche la richiesta sull’uso della energia nucleare che la Commissione UE chiede un dibattito se possa essere considerata sostenibile. I Verdi europei sono tutti contrari a rispolverare questo tipo di energia nucleare anche perchè il problema delle scorie non si è mai risolto.
Speriamo che questo appuntamento non si riveli dai risultati deboli come quello risultato a Glasgow. L’emergenza dice che non c’è più tempo da perdere e le decisioni da prendere a questa COP27 di Sharm el Sheikh devono essere forti e immediati. Staremo a vedere.