Lo studio del clima e le sue cause

Lo studio del clima, ossia la climatologia, è divenuto cruciale per lo sviluppo o addirittura per la sopravvivenza della specie umana. Le variazioni climatiche hanno avuto un ruolo importante nella evoluzioni e nella diversificazione delle specie viventi. Sappiamo ad esempio della scomparsa dei grandi rettili dovuti ad una catastrofe nel cretaceo- terziario, circa 65 milioni di anni fa dovuto ad un probabile improvviso raffreddamento.
Non conosciamo molto sui diversi cambiamenti climatici intercorsi nelle varie epoche geologiche; certo è che con l’evoluzione degli ominidi e della diffusione sul globo terrestre della specie umana la correlazione con il clima diventa palese. Oggi sappiamo che le attività umane influiscono considerevolmente sulla composizione chimica dell’atmosfera perturbando i meccanismi che regolano la temperatura della Terra.
E’ stato accertato che con l”homo habilis’ inizia la trasformazione della natura da parte dell’umanità. Da quel momento la specie umana evolverà con la sua capacità di emanciparsi dal rigore del clima.

Il principale fattore umano che incide sul cambiamento climatico è l’aumento di concentrazione nell’atmosfera del gas serra e di particelle di aerosol, prodotto principalmente dalla combustione dei combustibili fossili, dallo sfruttamento del suolo e l’allevamento intensivo di animali, più altre cause. I gas serra intrappolano le radiazioni infrarosse vicino alla superficie, riscaldando il clima. Sono molteplici le prove che dimostrano che il fattore umano costituisca la causa principale dell’attuale cambiamento climatico.
Eppure malgrado l’accertamento delle cause di cambiamento climatico, dovuto all’incidenza umana, c’è chi ancora sostiene che non sia ancora scientificamente da dimostrare. Alcuni studiosi tipo Franco Prodi, Antonino Zichichi e Franco Battaglia affermano che i cambiamenti climatici sono sempre avvenuti e per questo non è detto che la responsabilità sia dell’uomo. Questi sono stati smentiti da rigorosi studi, ma la politica di destra li ha subito abbracciati sostenendo in larga parte che la scelta green in sostanza sia stata fatta dallo Stato leviatano che è contro le libere scelte individuali; insomma una battaglia contro la libertà. Ecco in sostanza la vera ragione del catastrofismo che minacciano gli ambientaliasti; quelli che la destra chiama ‘gretini’ con riferimento a Greta Thunberg.

C’è un libro del 2017 che illustra bene l’influenza dell’uomo sul clima: ‘L’uomo e il clima‘ di Bruno Carli. Con una analisi scientifica dettagliata questo libro spiega come dovremmo compiacerci del fatto che il clima con questo lungo periodo temperato abbia contribuito allo sviluppo della civiltà umana, ma altresì l’uomo stia causando una variazione climatica senza precedenti i cui effetti vadano ben oltre quello di interrompere il lento alternarsi delle glaciazioni.
La temperatura, l’estensione dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare sono i principali cambiamenti osservati e tutti, coerentemente, manifestano variazioni che vanno nella direzione di un riscaldamento del clima‘.
Il libro si avvale dei rapporti dell’IPCC -una commissione scientifica nominata nel 1988 congiuntamente dal World Meteorological Organization (WMO) e dallo United Nations Environmental Programme (UNEP), due organizzazioni che appartengono alle Nazioni Unite e che si occupano rispettivamente di condizioni meteorologiche, clima e idrologia, e di politiche ambientali-. Nel 2007 l’IPCC ha ottenuto il premio Nobel per la pace, insieme al vice Presidente americano Al Gore, per l’impegno dedicato allo studio del cambiamento climatico.
Oggi possiamo considerare il problema del cambiamento climatico più che un problema scientifico un problema politico. Infatti è la politica che dovrebbe interessarsi alla risoluzione del problema e grazie alle varie COP (acronimo di Conference Of Parties) si è svolta la riunione annuale che ratifica la Convenzione Quadro dell’ONU sui Cambiamenti Climatici. Grazie a impegni politici si è riusciti a fermare il buco dell’ozono. Questo effetto si deve alla marcata riduzione nelle emissioni di CFC in atmosfera. Gli scienziati ipotizzano che, proseguendo con questa tendenza, il risanamento permanente del buco nell’ozono si avrà intorno al 2050.
Come vediamo se la politica si muove in modo coerente si possono avere dei risultati.

Il partito Europa Verde si muove per raggiungere gli obiettivi di salvaguardia del pianeta. Certo è che abbisogna di una forte massa critica da raggiungere con l’adesione e il conseguente voto politico e amministrativo.