Le nostre osservazioni sul progetto del rigassificatore di Savona-Vado

OSSERVAZIONE AL PROGETTO
FRSU ALTO TIRRENO

Al Commissario Straordinario di Governo(ex DPCM 2366 del 22-6-2023)
protocollo@pec.regione.liguria.it

e, p.c. Al Comune di Savona
posta@pec.comune.savona.it

Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale
segreteria.generale@pec.portsofgenoa.com

Presidente della Provincia di Savona
protocollo@pec.provincia.savona.it

Sindaco del Comune di Albisola Marina
comunealbissolamarina@legalmail.it

Sindaco del Comune di Albisola Superiore
protocollo@pec.albisup.it

Sindaco del Comune di Altare
comune.altare.sv@legalmail.it

Sindaco del Comune di Bergeggi
protocollo@pec.comune.bergeggi.sv.it

Sindaco del Comune di Cairo Montenotte
protocollo@pec.comunecairo.it

Sindaco del Comune di Carcare
protocollo@comunecarcarecert.it

Sindaco del Comune di Quiliano
comune.quiliano@legalmail.it

Sindaco del Comune di Spotorno
protocollo@pec.comune.spotorno.sv.it

Commissario del Comune di Vado Ligure
info@cert.comune.vado-ligure.sv.it

presentata da

dott. Simona Simonetti,

dott. Marco Brescia

Europa Verde – Verdi Liguria

ABSTRACT

L’osservazione analizza la reale necessità dell’ampliamento della capacità di rigassificazione attraverso la ricollocazione nell’alto Tirreno dell’FSRU Golar Tundra ai fini dell’approvvigionamento di gas metano dell’Italia.

EMERGENZA GAS

Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e le conseguenti sanzioni decise dall’Unione Europea nei confronti del gas siberiano, il governo italiano è corso ai ripari diversificando il proprio approvvigionamento di metano. Attualmente l’Italia riceve il gas attraverso cinque gasdotti provenienti da altrettanti paesi. Il gas acquistato dalla Russia che costituiva il 40% del gas consumato in Italia nel 2021, si è ridotto al 19% nel 2022 e al 6,7% nel primo semestre del 2023. E’ previsto il completamento del distacco dalla Russia entro quest’anno.

VALUTAZIONE EMERGENZA – DATI ARERA E MINISTERO 2021, 2022, 2023

CONSUMI DI GAS

Il consumo di metano in Italia nel 2022 è calato in tutti i settori: da quello domestico a quello industriale (ARERA, 2023). L’aumento di prezzo e la consapevolezza della instabilità geopolitica delle fonti fossili hanno reso ancora più conveniente il passaggio alle fonti rinnovabili.

Nel corso del 2023 la riduzione del consumo è proseguita: nel primo semestre del 2023 la domanda di metano è diminuita del 16,5% rispetto allo stesso periodo del 2022 (e del 18,2% rispetto allo stesso periodo del 2021) (QualeEnergia, 2023).
Possiamo concludere che il consumo di Gas Metano in Italia sta stabilmente diminuendo.

FONTI DI APPROVVIGIONAMENTO

Esaminando le fonti di approvvigionamento1 si nota per l’anno 2022 il calo (-51%) del gas russo2 e l’aumento delle altre fonti fra cui il GNL attraverso i rigassificatori di Panigaglia, Livorno e Rovigo (punto di ingresso Cavarzere). Nel 2022 i rigassificatori di Livorno e Panigaglia hanno sostenuto un raddoppio della quantità di gas processato, dimostrando che lavoravano sotto le loro potenzialità.
Inoltre occorre notare come nel 2022 sia triplicata la quantità di gas esportato. Che è passata da 1543 a 4583 milioni di m3
La maggior produzione di gas attraverso i rigassificatori e uguale alla quantità di gas esportato. (4587 milioni di m3). Evidenziando come la maggior produzione di Gas attraverso i rigassificatori non è funzionale al fabbisogno nazionale.

Nel primo semestre del 2023 continua la forte diminuzione del gas russo (-76%) e si stabilizza la produzione dei rigassificatori (stabile Rovigo, + 18% Livorno, +126% Panigaglia). Piombino non è praticamente entrato in funzione.

Si conferma l’andamento di riduzione dei consumi interni e diminuiscono anche le esportazioni (-34%).

La paventata crisi del gas nell’inverno 2022-2023 non c’è stata, grazie alla rapida diversificazione dei fornitori ed alle condizioni climatiche favorevoli, ed oggi affrontiamo il prossimo inverno gli stoccaggi praticamente pieni.

La percentuale di gas acquistato dalla Russia sul totale del gas importato a giugno 2023 era solo il 2,7% del totale.
Dopo aver quasi completato il distacco dalla Russia non vi è un’emergenza Gas in Italia.

IMPLICAZIONI NEL PROGETTO FRSU ALTO TIRRENO

Il metano per essere trasportato via nave deve essere prima liquefatto (attraverso compressione e raffreddamento), con costi elevati in termini di energia e macchinari, poi caricato su enormi imbarcazioni ed infine rigassificato per finire nei tubi italiani. Questo processo rende il gas metano proveniente da GNL (gas naturale liquefatto) molto più costoso (in media il 20-30%).
In uno scenario nazionale ed europeo di riduzione di consumo del metano, è evidente che il mercato si orienterà sulle filiere economicamente più convenienti. La prima conseguenza della riduzione dei consumi di metano sarà proprio l’abbandono del metano ottenuto dal GNL attraverso i rigassificatori.

Questo vale per tutti gli impianti di rigassificazione e a maggior ragione per quelli non ancora entrati in funzione: il rigassificatore di Piombino che si vuole trasportare a Savona-Vado e quello di Ravenna.

EMERGENZA CLIMATICA

La crisi climatica è un’emergenza reale e drammatica.

La gravità della crisi è stata certificata a livello scientifico dalla più autorevole autorità mondiale: l’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc3). Nelle oltre tremila pagine del dettagliato dossier (IPPC, 2023) è stato lanciato un allarme la cui gravità è sintetizzata nell’affermazione del presidente dell’Ippc Hoesung Lee : “Le mezze misure non sono più una possibilità”.
La crisi climatica, in ogni caso, è sotto gli occhi di tutti. Gli eventi naturali sempre più estremi come le recenti alluvioni dell’Emilia Romagna e della Libia, dimostrano nella pratica le drammatiche conseguenze di questa crisi.

EMERGENZA E IMPEGNI INTERNAZIONALI

L’Unione Europea è fortemente impegnata nel contrasto alla crisi climatica. Il Consiglio Europeo nel vertice del 10-11 dicembre 2020 ha approvato l’obiettivo «vincolante di riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990». I paesi dell’UE stanno lavorando a una nuova legislazione per conseguire tale obiettivo e rendere l’UE climaticamente neutra entro il 2050.
Il pacchetto “Fit for 55%” (EU, 2023) è un impegno che l’Italia ha sottoscritto e deve rispettare. Nell’ambito di questo pacchetto è prevista una riduzione dell’uso del metano.
Nel dicembre 2022, il Consiglio dell’Unione europea ha raggiunto un orientamento generale sulla proposta di monitorare e ridurre le emissioni di metano nel settore dell’energia, conseguente all’impegno preso in sede di COP26 a ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2020.

L’adempimento dei trattati internazionali firmati dall’Italia per contrastare l’emergenza climatica ci obbliga ad adottare una riduzione volontaria dei combustibili fossili tra cui il metano.

CONCLUSIONI

L’Italia dispone di una capacità di importazione di gas – misurata in base ai gasdotti e ai tre terminali di gas naturale liquefatto presenti – sostanzialmente più che sufficiente alle attuali esigenze nazionali di metano.

Il trend tendenziale dei consumi e gli impegni internazionali sottoscritti per la risoluzione della crisi climatica porteranno ad una diminuzione dell’utilizzo del metano.

L’incremento di capacità di rigassificazione legato al progetto FSRU non è necessaria per soddisfare l’attuale esigenza nazionale di gas e lo sarà ancora meno in futuro.

BIBLIOGRAFIA

ARERA. (2023). consumi di gas naturale per settore. sito. Tratto da https://www.arera.it/it/dati/gmconsumi.htm

EU. (2023). FIT FOR 55%. Tratto da https://www.consilium.europa.eu/it/policies/green-deal/fit-for-55-the-eu-plan-for-a-green-transition/

IPPC. (2023). CLIMATE CHANGE 2023. Tratto da https://www.ipcc.ch/report/sixth-assessment-report-cycle/

QualeEnergia. (2023). Consumi gas, in Italia 6,4 miliardi di mc in meno nel primo semestre. Quale Energia. Tratto da https://www.qualenergia.it/articoli/consumi-gas-italia-primo-semestre-oltre-6-miliardi-mc-meno/

1 dati del Ministero elaborati dalla rivista Quale Energia (QualeEnergia, 2023)

2 I punti di approvvigionamento dei rigassificatori sono indicati con un asterisco rosso, quelli del gas russo con un asterisco blue.

3 https://www.ipcc.ch/

Richiesta di integrazioni

ABSTRACT

L’osservazione analizza la sicurezza dell’impianto (Annesso E) e lo studio di impatto ambientale (Annesso D) e propone una serie di osservazioni puntuali di cui chiede risposta o integrazioni nelle parti in cui il progetto è stato giudicato carente dagli scriventi.

SICUREZZA

SCENARI CON POTENZIALI EFFETTI SULL’AMBIENTE

Documento: ..\ANNESSO E – Rapporto Preliminare di Sicurezza (NOF) \ REL-MEC-E-15000.pdf

Distanze Minime

DAL PROGETTO SNAM:

Paragrafo: C.4.4.1.1 Descrizione dell’ambiente circostante lo stabilimento
“Il Terminale è posizionato nella rada di Vado Ligure, a circa 2 miglia nautiche (4 km) dalla costa ligure di ponente. Il Terminale FSRU e le relative opere connesse si inseriscono in un contesto in cui si rilevano alcune tutele derivante da diversi livelli di pianificazione. Nell’ambito del progetto sono stati svolti da parte della committente (SNAM) degli studi per la valutazione di tali interferenze di tipo diretto o indiretto.”

OSSERVAZIONE 1

La descrizione delle distanze minime della collocazione del FSRU dalla costa è incompleta in quanto non tiene conto della vicinanza alla costa di Savona (città limitrofa) che dista poco più di un miglio nautico. La distanza fra l’impianto e la costa di Savona, come si può vedere dalla cartografia, considerando anche la mobilità della nave intorno al suo punto di ormeggio è molto minore rispetto al centro abitato di Vado Ligure.

La distanza dal centro abitato di Savona pertanto risulta il fattore predominante e deve essere tenuto in considerazione in tutte le valutazioni di sicurezza e di impatto ambientale.

Si richiede spiegazione per queste definizione di distanza minime dalla costa abitata non conforme alla realtà

Fonti di Rischio Mobili

DAL PROGETTO SNAM:

Paragrafo: C.6.1 Descrizione delle fonti di rischio mobili
“Le fonti di rischio mobili per il nuovo Terminale sono riconducibili alle navi metaniere in accostamento alla FSRU. Difatti, sarà definito un divieto di navigazione in un’area di rispetto dalla FSRU al fine di evitare l’ingresso di qualsiasi nave esterna alle operazioni del Terminale. L’area interdetta sarà costantemente vigilata da una nave di supporto oltre che dai dispositivi di allarme presenti sulla FSRU. Per quanto concerne il rischio da collisione, TRR e SNAM stanno procedendo alla raccolta della documentazione necessaria per una migliore caratterizzazione del rischio di collisione nell’area di ormeggio in relazione ai flussi delle navi metaniere in arrivo e uscita. Sarà sviluppata una valutazione quantitativa del rischio di collisione e perforazione di un serbatoio della “Shuttle Carrier”, l’analisi completa sarà fornita nella fase di consegna del RdS definitivo.”

Paragrafo: C.6.2 Precazioni adottate per prevenire il rischio associato alle fonti di rischio mobili
“Si veda paragrafo precedente e Paragrafo C.7.12

Paragrafo: C.7.12 C.7.12 Precauzioni a fronte del danneggiamento di serbatoi, condotte e apparecchiature contenenti sostanze tossiche o infiammabili per impatti meccanici o urti con mezzi mobili
“Le principali precauzioni adottate per evitare danneggiamenti a seguito di urti sono:

  • Sarà definito un divieto di navigazione in un’area di rispetto dalla FSRU al fine di evitare l’ingresso di qualsiasi nave esterna alle operazioni del Terminale.
  • L’area interdetta alla navigazione sarà costantemente vigilata da una nave di supporto oltre che dai dispositivi di allarme presenti su FSRU
  • Le operazioni di spostamento carichi nel Terminale si svolgono secondo precise procedure ed il personale è sufficientemente addestrato

OSSERVAZIONE 2

Nei paragrafi di cui sopra si fa riferimento ad un’area di interdizione assoluta alla navigazione senza specificarne esplicitamente i limiti.

Di fatto questa mancata definizione dell’area di interdizione impedisce l’analisi delle ricadute del progetto sulle attività economiche del territorio. Aspetto decisivo per la valutazione dell’impatto dell’opera.
Si richiede integrazione con definizione esatta dei limiti dell’area di interdizione assoluta per valutare interferenze con le restanti attività produttive e/o interferenze con l’area marina protetta

OSSERVAZIONE 3

La totale interdizione alla navigazione di una vasta area di mare e la presenza di una nave di sorveglianza riduce il rischio di collisione tra FSRU o Shuttle Carrier e le navi in transito nella zona. Questa precauzione non influenza in nessun modo la possibilità di una collisione tra l’FSRU e la Shuttle Carrier nelle fasi di avvicinamento ed attracco.

Occorre pertanto integrare con la valutazione dei rischi di eventi potenzialmente catastrofici come, ad esempio, la perforazione di un serbatoio della “Shuttle Carrier” o dell’ FSRU, per una valutazione corretta dell’impatto del progetto.

Si richiede integrazione per valutazione incidente rilevante per collisione fra metaniera e rigassificatore e/o attacco terroristico

CONSIDERAZIONI SULL’OSSERVAZIONE 3

Il Rapporto preliminare sulla sicurezza non considera l’eventuale sversamento in mare di grandi quantitativi di GNL a seguito di una falla di grandi dimensioni in uno o più serbatoi della FRSU o della Shuttle Carrier come potrebbe verificarsi in caso di collisione durante le manovre di affiancamento tra le due unità.

Studi autorevoli come quello (Sandia, 2004) effettuato su richiesta del Department of Energy degli Stati Uniti e presentato dal GAO al congresso degli Stati Uniti1 indicano come lo sversamento in mare di grandi quantitativi di GNL dia luogo a scenari catastrofici.

Tra i possibili scenari viene descritto lo sviluppo di una nube di gas metano in grado di viaggiare per distanze tali che, nella collocazione individuata per questo impianto, potrebbero arrivare ad interessare ampi tratti della costa abitata Savonese.

La possibilità che il metano fuoriuscito generi una esplosione ha una probabilità non trascurabile ed è un problema riportato nello stesso Rapporto preliminare per la sicurezza (pagina 190).
Il rapporto risulta carente in quando individua la problematica ma non ne valuta gli effetti in un analisi di rischio.
Paragrafo: C.4.2.1.5

Facendo riferimento a quanto definito nell’Appendice III del D.M. 15/05/1996 “Criteri di analisi e valutazione dei rapporti di sicurezza relativi ai depositi di gas e petrolio liquefatto (GPL)”, la probabilità dell’innesco di una nube di vapori infiammabili dipende dai seguenti fattori:

  • quantità di vapori nel campo di infiammabilità;
  • tipologia di confinamento / geometria del luogo.

Secondo tale D.M., la probabilità che l’innesco di una nube di GPL determini un’esplosione di nube di tipo non confinato (UVCE) anziché un FLASH – FIRE risulta non trascurabile solo quando:

  • il rilascio interessi un ambiente essenzialmente chiuso;
  • quantità di vapore entro i limiti di infiammabilità sia maggiore di 1,5 t, se in ambiente parzialmente confinato (es. in presenza di grossi edifici o apparecchiature industriali nello spazio di sviluppo della nube);
  • quantità di vapore entro i limiti di infiammabilità sia maggiore di 5 t, se in ambiente non confinato.

Al di sotto dei limiti predetti, il contributo dell’esplosione di nube al rischio globale può ritenersi marginale e pertanto non rilevante ai fini di una valutazione complessiva del deposito.”

IMPATTO AMBIENTALE

Documento: ..\ANNESSO B – Studio Impatto Ambientale\ REL-AMB-E-00001_Studio Impatto Ambientale.pdf

PREMESSA

La FSRU e le opere necessarie al suo collegamento con la terraferma ricadono all’interno di un’area marina protetta dall’Accordo Pelagos per il Santuario dei mammiferi marini nel Mediterraneo. Accordo sottoscritto a Roma il 25 novembre del 1999 da Italia, Francia e Principato di Monaco e ratificato dall’Italia con legge 391 dell’11 ottobre 2001.

Nel rispetto delle legislazioni nazionali, comunitarie e internazionali, i tre Paesi firmatari dell’Accordo si impegnano a tutelare i mammiferi marini di ogni specie e il loro habitat, proteggendoli dagli impatti negativi diretti o indiretti delle attività umane.

I Paesi firmatari si impegnano, inoltre, a favorire programmi di ricerca scientifica e campagne di sensibilizzazione presso i vari utenti del mare, in particolare per quanto riguarda la prevenzione delle collisioni tra navi e mammiferi marini e la segnalazione di esemplari in difficoltà.

L’idea della creazione di un Santuario dei mammiferi marini nel Mediterraneo nacque in seguito a numerosi studi che dimostrarono la considerevole ricchezza di vita pelagica in questa porzione di mare. Il tratto compreso tra Liguria, Provenza e Sardegna settentrionale è interessato dalla straordinaria presenza nei mesi estivi di cetacei di tutte le specie regolari del Mediterraneo, dovuta all’elevata quantità di sostanze nutritive che risalgono dai fondali, grazie a caratteristiche oceanografiche già note connesse al particolare regime di correnti di risalita denominate “upwelling”. Tali correnti innescano catene trofiche di rilevante abbondanza e diversità, creando le condizioni ideali per l’alimentazione dei cetacei.

L’area del Santuario individuata ha una superficie di 87.500 km², interessa 2.022 km di litorale ed è compresa tra la penisola di Giens, in Francia, la costa settentrionale della Sardegna e la costa continentale italiana della Liguria e della Toscana.

In questa zona sono presenti: balenottere comuni (Balaenoptera physalus) e stenelle (Stenella coeruleoalba), capodogli (Physeter catodon), globicefali (Globicephala melas), grampi (Grampus griseus), tursiopi (Tursiops truncatus), zifi (Ziphius cavirostris), delfini comuni (Delphinus delphis) e foche monache (Monachus monachus).

Il Santuario per i mammiferi marini è inserito nella lista delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea (ASPIM) prevista dal Protocollo sulle aree specialmente protette e la diversità biologica nel Mediterraneo (Protocollo ASP/BD) della Convenzione per la protezione dell’ambiente marino e della regione costiera mediterranea (Convenzione di Barcellona).

Rumore e Vibrazioni

DAL PROGETTO SNAM:

Paragrafo: 5.6.1 Rumore a Mare, Normativa e Linee Guida
“Per quanto concerne il rumore subacqueo, nonostante a livello europeo sia riconosciuto come un’importante forma di inquinamento dal 1982 (Convenzione sul diritto del mare UNCLOS), l’Italia non è dotata di una normativa specifica (Sito web ISPRA agenti fisici). L’Italia ha tuttavia:

  • adottato le “Linee Guida per la gestione dell’impatto di rumore antropogenico sui cetacei nell’area ACCOBAMS”, in qualità di parte contraente l’Accordo ACCOBAMS (Agreement on the Conservation of Cetaceans in the Black Sea Mediterranean Sea and Contigous Atlantic Area);
  • recepito con D.Lgs. No.190 del 13 Ottobre 2010 la Direttiva Quadro sulla Strategia Marina (Marine Framework Strategy Directive- MSFD 2008/56/CE), in cui il rumore diventa un parametro di qualità dell’ambiente marino (Descrittore 11 – rumore sottomarino).”

OSSERVAZIONE 4

Lo studio di impatto ambientale risulta gravemente carente perché considera esclusivamente il rumore generato dalla navigazione nella zona interessata mentre devono essere prese in esame e valutate anche le altre fonti di rumore come quelle legate all’attività di pompaggio dell’acqua citata in altre parti del progetto.
Infatti nella Relazione Tecnica2 leggiamo:

Il sistema di vaporizzazione si compone delle seguenti apparecchiature principali:

  • No.6 pompe booster ciascuna con capacità di 260 m3/h che aumentano la pressione del flusso LNG fino a 75 barg;
  • No.3 pompe di sollevamento dell’acqua di mare, ciascuna con una capacità massima di 6.000 m3/h, situate nella sala di prua.

Ciascuna pompa d’acqua di mare è dotata di un filtro;

Si richiede integrazione per valutazione del rumore generato dalla prevista attività di pompaggio di 18.000 m3 di acqua ogni ora.

Lo studio deve prevedere la misurazione dell’intensità e della distribuzione delle frequenze del rumore generato dall’impianto di pompaggio.

Infatti non solo il rumore generato ma anche lo spettro di frequenze emesso sono fondamentali per valutare l’impatto sul santuario dei cetacei. Tale problematica è ben nota e riportata nello studio di impatto ambientale:

Paragrafo 5.6.1.3.1 Mammiferi Marini

I mammiferi marini sono tra gli organismi maggiormente sensibili alle perturbazioni dell’ambiente acustico e per valutare il possibile impatto sulle specie acustico, le linee guida ISPRA fanno riferimento alle soglie di insorgenza del disturbo comportamentale proposte in Borsani e Farchi (2011) e Gomez et al. (2016) e di seguito riportate:

Cetacei di bassa frequenza: SPL 100–110 dB re 1 µPa non ponderato; • Cetacei di media frequenza (corrispondente ai cetacei ad alta frequenza in Southall et al. (2019): SPL 110–120 dB re 1 µPa non ponderato;

Cetacei di alta frequenza (corrispondente ai cetacei frequenza molto alta in Southall et al. (2019): SPL 140–150 dB re 1 µPa non ponderato.”

CONCLUSIONI

Per consentire una corretta valutazione la documentazione sull’impianto FSRU deve essere integrata nelle parti relative alla sicurezza (annesso E) e all’impatto ambientale (annesso D).
Nello specifico vengono richieste integrazioni e/o spiegazioni:

  1. sulle distanze minime dalla costa;
  2. sulle fonti di rischio mobili specificando l’area di interdizione attorno all’impianto, e gli scenari di collisione;
  3. sul rumore prodotto dall’impianto e tutte le sue componenti.

BIBLIOGRAFIA

Sandia. (2004). Breach and Safety Analysis of Spills Over Water from Large Liquefied Natural Gas Carriers. national laboratories. Tratto da https://www.osti.gov/servlets/purl/983670/

1 https://www.govinfo.gov/content/pkg/GAOREPORTS-GAO-07-316/html/GAOREPORTS-GAO-07-316.htm

2 Pagina 19 – F:\EuropaVerde_politica\Argomenti\Energia\Rigassificatore\fsru_alto_tirreno_e_collegamento_rete_gasdotti\progetto\ANNESSO A – Relazione tecnica\A.1 Relazione Tecnica\ REL-000-E-00010_Relazione_Tecnica Generale del Progetto FSRU Alto Tirreno_Rev_00-signed.pdf